Issue 13

F. Cosmi et alii, Frattura ed Integrità Strutturale, 13 (2010) 17-23; DOI: 10.3221/IGF-ESIS.13.02 18 danneggiamento a diverse scale, partendo dai meccanismi a livello microscopico (bridging, delaminazione, crescita dei vuoti, ecc) [1]. I metodi convenzionali utilizzati a questo scopo sono distruttivi o non possiedono una sufficiente risoluzione (radiografie convenzionali, tecniche ultrasonorografiche). Le tecniche di imaging che utilizzano la luce di sincrotrone, ed in particolare la microtomografia (micro-CT) a raggi X, invece, uniscono i vantaggi di una tecnica non distruttiva ad un’elevata risoluzione spaziale e risultano quindi particolarmente interessanti. La tecnica microtomografica essenzialmente consiste nell’acquisire un grande numero di proiezioni radiografiche ottenute a diverse posizioni angolari del campione (collocato su una tavola rotante) rispetto alla sorgente, normalmente fino a coprire una rotazione totale di 180 gradi. Applicando algoritmi specifici (ad esempio quello basato sul metodo della retro-proiezione), dalle proiezioni angolari ottenute si ricostruiscono le diverse sezioni trasversali (slices) che riproducono la struttura del campione. Sovrapponendo una serie di slices è poi possibile ottenere una rappresentazione volumetrica del campione. Rispetto ad una sorgente convenzionale, la possibilità di utilizzare una sorgente di luce di sincrotrone consente di migliorare la qualità dell'immagine, evitando effetti legati all'indurimento del fascio e consentendo misure quantitative sul campione in esame. Inoltre, la possibilità di impiego di tecniche radiografiche in contrasto di fase consente di evidenziare al meglio i bordi delle discontinuità all’interno del campione, contribuendo ad evidenziare proprio le caratteristiche oggetto di indagine. Alcuni anni fa, un’indagine svolta presso la stessa linea su provini di alluminio soggetti a fatica flesso-torsionale aveva consentito la ricostruzione 3D delle cricche sviluppate in diverse condizioni [2,3]. I principali ostacoli incontrati nello sviluppo della ricerca furono: 1. la composizione del campione, al limite dell’energia disponibile alla linea SYRMEP del sincrotrone di Trieste, Elettra; 2. la risoluzione della CCD, al tempo di circa 10 microns; 3. la propensione della cricca a richiudersi una volta rimosso il carico. La prima limitazione può essere superata utilizzando materiali, quali i compositi a base polimerica, che offrono caratteristiche di penetrabilità ai raggi X migliori di quelli metallici. La disponibilità di una nuova CCD consente ora di giungere a pochi micron di risoluzione e rende possibile lo sviluppo di questa ricerca, rimuovendo il secondo ostacolo. Per quanto riguarda il terzo aspetto, però, la propensione della cricca a richiudersi una volta rimosso il carico che ha provocato il danneggiamento risulta ancor più enfatizzata nel caso di compositi a matrice polimerica, e richiede l’impiego di un dispositivo in grado di esercitare un carico di trazione durante l’acquisizione dei dati. Anche se diverse sono le possibilità di realizzare un tale set-up, i vincoli di spazio/peso e la necessità di contenere i costi limitano di molto le soluzioni praticamente percorribili. Inoltre in letteratura si trovano descritti principalmente dispositivi atti ad applicare un carico di compressione [4-10]. Facendo riferimento al set-up sperimentale della linea SYRMEP della Sincrotrone Trieste, e tralasciando per il momento i vincoli legati a pesi e ingombri, è possibile pensare di inserire tra camera di ionizzazione e CCD una macchina per prove di trazione mono-colonna commerciale, in grado di mantenere aperta la cricca per tutta la durata della tomografia (Fig.1). L’impiego di questo tipo di configurazione, che ha il vantaggio di essere di molto semplice realizzazione, presenta però un inconveniente, costituito dalla presenza dalla colonna che crea un cono d’ombra sul campione e non permette l’acquisizione delle immagini su 180°, come avviene normalmente. In questo lavoro viene valutato l’impatto di questo vincolo sulla qualità finale delle ricostruzioni. Figura 1 : Set-up per micro-CT in condizioni di trazione.

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